STAGIONE 2020/2021

Tutto ciò che segue (dalla stagione 2012/2013) era stato' preso dal sito della GS Serenissima San Pio X società che organizza il Famoso Torneo Internazionale Gaetano Scirea Under 14 a Cinisello Balsamo

GENITORI:FIGURA IMPORTANTE ANCHE NELLO SPORT.

Anche se si sente sempre piu` spesso dire che la squadra ideale in un settore giovanile dovrebbe essere composta ipoteticamente da orfani ( per evitare intrusioni da parte dei genitori), mi sento di non condividere assolutamente questo pensiero; piuttosto direi che la riuscita di ogni buona squadra dipende in gran parte da quest’ultimi che dovranno avere una funzione di rinforzo importante nello sviluppo sportivo dei propri figli.
D’altronde essi trascorrono con i genitori gran parte della loro vita e sarebbe presuntuoso da parte dell’allenatore volersi sostituire ad essi.

Quindi ritengo chiarire ed esporre alcuni punti importanti ai fini della buona riuscita dello sviluppo calcistico dei “nostri” ragazzi .

IL RAPPORTO CON IL CALCIO

  • Innanzitutto e’ importante che il genitore abbia un buon rapporto con lo sport, non tutti possono vantare esperienze in questo campo e quindi in parecchi casi manca la cultura sportiva.
  • Lo sport deve essere una palestra di vita, uno strumento, non un fine, per aiutare il giovane a svilupparsi in armonia.
  • Per tutti i bambini il calcio e` esclusivamente divertimento, per il genitore deve essere la disciplina sportiva attraverso la quale rinforzare lo sviluppo psico-fisico e sociale del figlio.
  • Lo spogliatoio, la doccia dopo l’attività fisica, imparare a vestirsi, ad avere cura delle proprie cose, il rapporto con i compagni, imparando ad accettare o a difendersi nella maniera consona ai piccoli dispetti e scherzi.
  • Il campo, il giusto peso alle sconfitte e ai successi, la fatica degli allenamenti le soddisfazioni della gara, gli avversari, la giusta competizione, l’accettare le ingiustizie: la gara sfortunata, l’errore dell’arbitro.
  • Queste e tante altre cose sono la base dello sviluppo sociale dei nostri ragazzi di oggi, degli uomini di domani.

IL RAPPORTO CON IL FIGLIO “CALCIATORE”

E’ ovvio che a un genitore faccia piacere che il figlio sia tra i piu` bravi, ma questo non deve divenire un’ossessione. In uno sport di squadra ogni componente ha una parte importante.
Se perde la partita o ha giocato male non ci si deve far vedere contrariati, altrimenti il bambino soffrira`, oltre che per la sconfitta subita, anche per la delusione arrecata ai genitori.

 

IL RAPPORTO CON L’ALLENATORE


 

  • E` importante che i ragazzi riconoscano nell’allenatore la figura che li aiutera` ad esprimersi in campo sportivo, quindi sara` compito del genitore mediare ai piccoli o grandi contrasti del figlio con il tecnico.

Purtroppo devo riscontrare che il piu` delle volte avviene il procedimento inverso.

  • Analizziamo quindi questo rapporto genitore, figlio, allenatore ponendoci una domanda:
    e` immaginabile che un genitore che parla con un istruttore di karate` suggerisca il migliore allenamento o la migliore tattica di gara da seguire?
    La mia risposta e`: non credo.

Nel calcio questo tipo di rispetto del lavoro del tecnico non e` molto sviluppato come in altre discipline sportive.
I genitori che accompagnano il proprio figlio a giocare al calcio non hanno lo stesso distacco tecnico di quanti accompagnano i figli a basket, in piscina o a pallavolo.
Quasi tutti i genitori si sentono piu` capaci dei tecnici dei propri figli perche`, essendo tifosi, presumono di sapere tutto di questa disciplina.

  • A volte scendono apertamente in conflitto con il tecnico per le sue scelte di formazione o di programmazione didattica, e piu’ spesso pensano non sia in grado di far rendere al massimo il proprio figlio, se gli assegna un ruolo diverso da quello che loro vorrebbero, se non gioca come essi si aspetterebbero.

 

  • Molto spesso la valutazione del tecnico da parte del genitore non e` razionale, ma conseguenza di un meccanismo psicologico che fa divenire l’allenatore il capro espiatorio, l’unico ostacolo al successo del figlio. Questo perche` per molti genitori e` difficile accettare i limiti dei figli, ma e` piu` facile pensare che sia colpa dell’allenatore che si ritiene non sufficientemente competente. Concretamente un genitore di questo tipo ottiene l’esatto contrario di cio` che si desidera.

Infatti difficilmente il figlio diventera` un campione e dopo aver cercato qua’ e la’, cambiando societa’ in cerca dell’allenatore ideale, con ogni probabilità andra` a ingrossare la marea di ragazzi che abbandonano lo sport in eta` adolescenziale proprio quando altri interessi si affacceranno all’orizzonte e soprattutto quando il ragazzo sara` in grado di opporsi alle intrusioni dei genitori.

IL RAPPORTO CON LA SOCIETA`

La società sportiva deve trovare piena collaborazione da parte del genitore.
Egli deve rendersi conto che una presenza discreta nella vita della società puo` essere molto utile soprattutto in un ambiente dove il volontariato e` il fulcro della vita sportiva.
E` importante che i genitori siano presenti nei momenti in cui la società organizza riunioni (per non dire poi : io non lo sapevo o peggio ancora ma non mi avete avvisato), che interpellino direttamente i responsabili per qualsiasi problema che riguardi il proprio figlio (non fidarsi del sentito dire); in modo da essere al corrente dei programmi che riguardano anche il figlio.

MATERIALE ED ABBIGLIAMENTO

E` vero che l’abito non fa il monaco ma riteniamo che vi siano delle motivazioni importanti per cui valga la pena l’uso obbligatorio del materiale di squadra.
E` il primo segno di appartenenza alla squadra, deve essere l’unico segno di riconoscimento in campo, ogni giocatore riconosce dal colore della maglia il proprio compagno di squadra ,non ha preferenze o simpatie, chi indossa quella divisa gioca insieme a me ed insieme ci aiuteremo per raggiungere gli stessi obiettivi.

LA DIVISA DI GIOCO

La divisa quindi e` cosi` composta: calzettoni, pantaloncini,
maglia(in dotazione e cura ad ogni ragazzo).
Vi sono poi alcuni accessori che oltre alle scarpe, ovviamente obbligatorie, sono diventati ormai di uso comune come i parastinchi e gli scaldamuscoli; i primi sono da qualche tempo divenuti obbligatori anche se vi e` ancora la difficoltà di acquistare quelli della misura da bambino, che non disturbino i movimenti della caviglia e del ginocchio.
Per quanto riguarda gli scaldamuscoli devono essere (da regolamento) dello stesso colore del pantaloncino e per un fattore estetico non devono arrivare al ginocchio e vanno indossati solamente durante le giornate piu` fredde dell’anno.

LA DIVISA DEGLI ALLENAMENTI

E` chiaro che l’allenamento ha dei tempi piu` lunghi di esposizione all’aperto, inoltre necessita anche di un certo numero di piccole pause per le spiegazioni, percio` risulta piu` complesso stabilire come usare il materiale per gli allenamenti.
Innanzitutto e` bene specificare il perche` dell’uso obbligatorio del materiale di squadra in questo caso.
In primo luogo cio` permette una facile divisione dei colori in talune esercitazione con le casacche (sarebbe complicato se ogni ragazzo indossasse colori diverse ),ed in secondo luogo, indossando il materiale di squadra, si evita al bambino la rincorsa alla maglia piu` bella e costosa fra i compagni obbligando la famiglia ad acquistare la divisa dei suoi giocatori preferiti e quindi a non innescare la trappola del consumismo all’interno del gruppo.


Quindi ogni ragazzo avra` in dotazione dalla società un pantaloncino, una maglia estiva e una maglia invernale (da portare con delle felpe sotto nelle giornate piu` fredde).
Altro materiale concesso ( ma non obbligatorio) sara` la tuta da lavoro, il k-way , i calzettoni,  il cappello.
Il k-way e` un indumento molto pratico, per la sua leggerezza e il basso costo, e ideale in parecchie condizioni atmosferiche: con la pioggia, con il vento, con l’umidita` e il freddo di certe giornate invernali; va indossato infilato nei pantaloni o con l’elastico ben stretto in vita per non coprire la visuale della palla nei piedi.
Ha un unico difetto: il cappuccio; se indossato non permette di muovere la testa liberamente e in piu` copre le orecchie attenuando di molto i suoni (compresa la voce dell’allenatore); meglio usare il cappellino di lana.

LA DIVISA PRE – GARA

Presentarsi alla convocazione con la tuta da rappresentanza significa gia` pensare alla gara.
Pronti alla PARTITA!!.

  


LE SCARPE

Parliamo ora di un capo molto importante: la scarpa.
Prima di parlare del tipo e` bene fare alcune considerazioni:
nel preparare l’allacciatura e` bene che le stringhe vadano fatte passare tra gli occhielli a incrocio; questo garantisce che possano essere poi tirati con la stessa intensita`, cosi da garantire una maggiore aderenza della tomaia con il collo del piede.
E` evidente che le scarpe che dopo l’ultimo allenamento o partita non siano state ripulite, magari neanche slacciate, proporranno lacci che non scorrono, duri da tirare, e la fatica, si sa, inibisce il bambino.
Sara` bene, pertanto raccomandare ai genitori, o ai bimbi stessi, di prendersi cura delle scarpe ogni volta che le si e` usate.
Le calzature sono gli strumenti piu` delicati per chi pratica il calcio.
A maggior ragione per un bambino, quindi e` doveroso fare presenti alcuni punti importanti per l’acquisto.
La politica di molte aziende e` quella di proporre per i piu` giovani scarpe da calcio in scala ridotta rispetto ai modelli da adulto con conseguente lievitamento dei costi.
Cosi capita spesso di vedere dei bimbi con scarpe decisamente piu` grandi (cosi` durano piu` tempo e il costo si ammortizza) che creano instabilita` in quanto il piede “balla” nella scarpa.
Oppure si vedono bambini con le scarpe con i tacchetti intercambiabili ( generalmente a sei tacchetti) che sono molto rigide e dotate di pochissimo ammortizzamento (questo tipo di scarpa puo` essere usata dai 14 anni in condizioni di campo scivoloso).
Stabiliamo quindi, visto anche le nostre strutture(campo in terra battuta o campo in erba ma usato solo se asciutto)che la scarpa ideale per gli allenamenti e` sicuramente quella da calcetto da erba sintetica (con i tacchettini) che tra i vantaggi di elasticità e di aderenza all’appoggio ha anche quello di poter essere usata nel tempo libero.
Per la partita oltre che la scarpa da calcetto (puo` essere usata in certe condizioni) e` opportuno acquistare la scarpa con i tacchetti fissi tenendo presente alcuni particolari; meglio se i tacchetti siano in gomma (non rigidi) e che riempiano il piu` possibile la suola (piu` stabilita` all’appoggio)


 



IL DOPO ALLENAMENTO O PARTITA

E` bene che il ragazzo faccia sempre la doccia negli spogliatoi (uscire asciutti e puliti specie d’inverno evitera` di prendere qualche influenza di troppo e di attaccarle poi ai compagni) , che impari a sbrigarsela da solo fin dalle prime volte, anche se cio` richiedera` un po` di tempo( dalla nostra esperienza abbiamo calcolato 30 minuti dal termine degli allenamenti per il piu` lento).
Anche in questo caso i piu` piccoli andranno agevolati con degli accorgimenti:
indossare capi con pochi bottoni (ideale le tute da ginnastica),che abbiano sempre il cambio intimo in un sacchetto a parte,che sappiano riconoscere i propri indumenti.

Quindi, riassumendo il tutto, l’occorrente da avere sempre a disposizione nella borsa per far fronte ad ogni eventualità e` il seguente:

Borsa per la partita:
- pantaloncino da gara
- calzettoni da gara
- parastinchi (e guanti per i portieri)
- sotto maglia
- k-way (per riscaldamento o per la panchina)
- materiale doccia ( cambio intimo, ciabatte, asciugamano o accappatoio, bagnoschiuma)
- scarpe da calcio
Borsa per gli allenamenti
- pantaloncino da allenamento
- maglia allenamento
- sotto maglia
- tuta allenamento serenissima (non obbligatoria)
- scalda muscoli o mezza tuta
- k-way
- cappello
- materiale doccia (stesso della partita)
- scarpe da calcetto


CONCLUSIONI

Sperando di essere stati d’aiuto vi rimandiamo alle prossime riunioni o ai colloqui personali
per ulteriori chiarimenti.
Grazie per l’attenzione e BUONA STAGIONE A TUTTI !!!